Cyber Rights Now!!! Netstrike - Web Protest for the Masses!
the art of connecting all together
to collapse a site for political espression
Cyber Rights Now!!!


RASSEGNA STAMPA

il manifesto

Fuori i cortei dalla rete

Sequestrato il sito internet www.netstrike.it, che fornisce informazioni sui cortei telematici, colpevoli di bloccare il traffico nelle pagine web istituzionali S. D. R. Vietato fare cortei. Se non è ancora vero per le manifestazioni di piazza, il divieto sembra essere più vicino per quelle digitali. Ieri mattina, infatti, è stato sequestrato il sito internet www.ecn.org/netstrike (che era leggibile all'indirizzo internet www.netstrike.it) su ordine di uno dei magistrati che seguono le inchieste sul G8. Quello di ieri sarebbe solo un primo passo, e sul tavolo della procura genovese ci sarebbe un elenco di siti da "visitare" e probabilmente oscurare. Ma che cos'è un net-strike? "La metafora che rende meglio l'idea - scrivono in un comunicato gli autori del sito - è quella di un gruppo di persone che attraversano la strada munite di cartelli e striscioni". Un blocco stradale, insomma, di quelli che si fanno spessissimo anche per protestare su questioni locali abbastanza piccole. Tradotto in termini digitali, il corteo diventa un gruppo di persone che si collegano tutte insieme a un sito internet e che, se sono tante, possono causare il rallentamento del suo funzionamento per alcune ore o l'impossibilità per altri utenti di collegarsi alla pagina. Inutile dire che, come i blocchi stradali non dissestano l'asfalto, così una volta finito il netstrike il sito intenet di turno torna a funzionare esattamente come prima. Per di più www.netstrike.it è sostanzialmente un sito internet informativo, che contiene notizie sulla storia di questa forma di mobilitazione, ma ovviamente non è qui che avviene fisicamente la protesta. Nonostante questo il mandato di perquisizione e sequestro del sito, firmato dal magistrato Francesca Nanni di Genova, fa riferimento all'articolo 615 quinques del codice penale quello che si occupa della diffusione di programmi finalizzati al danneggiamento di servizi informatici. Inoltre lo stesso filone d'inchiesta affidato a Francesca Nanni si occupa del tentato danneggiamento dei siti legati al G8 e simili. Il sito internet era ospitato sul server di www.ecn.org, che accoglie la maggior parte delle pagine web del movimento italiano e parti consistenti di quello europeo. Fisicamente il server (il computerone su cui sono depositate fisicamente tutte le informazioni che poi girano in rete) è a Bologna presso l'azienda Cable and Wireless ed è qui che, ieri mattina, si sono presentati ben otto agenti di polizia per sequestrare il materiale. "E' un sequestro che ci preoccupa soprattutto perché è immotivato - spiega Sandro Moretti, presidente dell'associazione che gestisce ecn.org - Questo fa supporre che il sequestro sia stato un atto abitrario, o per impedire che si svolgano i netstrike o come atto di censura vera e propria". Comuque sia se l'obiettivo era quello di impedire che i netstrike si facciano o di censurare il sito internet sequestrato sembra proprio che il magistrato abbia fatto male i suoi conti. Già pochi minuti dopo il sequestro erano disponibili in rete due copie identiche di www.netstrike.it (una è raggiungibile da www.italy.indymedia.org/netstrike.it e l'altra da www.contrast.org/netstrike) e molte altre sono state messe in rete in seguito, fra cui quella raggiungibile proprio dallo stesso indirizzo internet vittima del sequestro (www.netstrike.it). Proprio su quest'ultimo sito c'è anche il comunicato firmato dal gruppo di lavoro che ha creato il sito, concluso dall'appello "Invitiamo tutti a diffondere questo comunicato e chiediamo a chiunque ne abbia la possibilità di mirrorare il sito mandando un messaggio alla mailing-list netstrike@autistici.org". "L'effetto è stato esattamente l'opposto - dice Sandro Moretti - La dinamica della rete è già diventata incontrollabile e gruppi e singoli si sono mobilitati con ogni genere di iniziativa". Del resto la dinamica della reazione non poteva che essere la stessa che ha fatto funzionare i netstrike fino ad oggi. la prima azione di questo tipo risale al 1995 quando come obiettivo fu preso il governo francese, colpevole di aver organizzato dei test nucleari sull'isola di Mururoa. Ma quasi subito a quelli organizzati si sono affiancati molti altri netstrike spontanei. "Durante le giornate genovesi ad esempio - racconta un altro membro di Ecn - appena si è avuta la notizia della morte di Carlo Giuliani è partito un netstrike totalmente spontaneo che, pur non bloccandolo, è riuscito per alcune ore a rallentare il sito ufficiale del G8". I netstrike dunque continueranno. "Resta però il fatto - conclude Moretti - che il sequestro segna un passaggio alla criminalizzazione di una forma di mobilitazione che è sempre stata legale, e devo dire che in qualche modo ce lo aspettavamo". Da settembre infatti era già accaduto che la polizia intervenisse a seguito di un "corteo telematico". Come raccontano alcun attivisti di Ecn, la procedura era quella di rintracciare i computer da cui erano avvenute le connessioni per poi segnalare il fatto ai datori di lavoro, nel caso in cui l'azione fosse stata compiuta dai computer presenti nell'azienda. Le conseguenze, per fortuna, erano state al massimo qualche richiamo formale.

Liberazione 11/08/01

Netstrike sotto sequestro

Ieri la magistratura di Genova ha fatto eseguire, con mandato, il sequestro del sito www. ecn, orglnetstrike, corrispondente al dominio www. netstrike. it. "Isole nella Rete", nel cui server era «fisicamente ospitato», ha reagito ricordando che «si tratta di un sito di informazione sulla pratica del corteo telematico, una forma di lotta virtuale praticata da anni dagli attivisti della rete e perfettamente legale». Ricorda anche che «in genere gli atti di censura poliziesca in rete ottengono un effetto contrario a quello voluto» e «infatti già a poche ore dal sequestro il sito è visitatile su diversi mirror www. italy. indymedia. org/netstrike. it e www. contrast. org/netstrike.

La Stampa 11/08/01

OSCURATO PER HACKERAGGIO SITO NO-GLOBAL

L'inchiesta sui tentativi di sabotaggio informatica durante il vertice ha registrato ieri il sequestro del sito antiglobal www.netstrike. Gli attivisti antiglobal hanno già provveduto a costruire «siti specchio» di netstrike che saranno ospitati su altri portali.

Il Messaggero 11/08/01

Bologna - Sotto sequestro i siti internet degli antigjobal (dal nostro inviato)

GENOVA - Hanno individuato il sito utilizzato dagli hackers, ne hanno predisposto subito la chiusura. L'indagine della Procura di Genova sul tentativo fallito, operato via Intemet, di mettere fuori uso il sistema telematico del G8, ha prodotto il primo risultato. La Polizia Postale di Roma ha infatti riconosciuto nel sito "Net-Strike.it", sito del gruppo "No Global" di Bologna, uno di quelli usati dagli hackers nella loro azione pirata. La Procura genovese ha così subito emesso un'ordinanza per la chiusura del sito e il sequestro di tutto il materiale trovato nella "centrale" telematica bolognese, dai computer ai dischetti. Potrebbe essere solo la prima di una lunga serie di chiusure e sequestri in questo ambito. Gli investigatori sono infatti convinti che l'azione pirata via internet sia partita da più parti e da più città, in Italia e all'estero. E probabilmente aveva anche una sua base all'interno del centro stampa del Genoa Social Forum, che era collocato proprio davanti alla scuola Diaz. Centro stampa che è stato poi perquisito, con tanto di sequestro di materiale informatica, da parte della polizia, sabato 21 luglio. Perquisizione su cui è stata aperta un'ulteriore inchiesta da parte della Procura in quanto, secondo l'accusa del Gsf, fu eseguita dagli agenti senza alcuna autorizzazione e di cui non sarebbe restata traccia in nessun verbale. Le forze dell'ordine si sono sempre difese affermando l'esatto contrario avevamo avuto il necessario mandato dal magistrato, abbiamo copia dei verbali di sequestro in cui è elencato tutto il materiale portato via. (Ma. Me.)

repubblica 11/08/01

Sequestrato www.netstrike.it - "Bloccato un sito anti G8"

GENOVA - Dalla guerriglia urbana a quella virtuale ieri pomeriggio la polizia postale genovese ha sequestrato il sito "www.netstrike.it" su ordine del sostituto procuratore Silvio Franz, che sta cercando di venire a capo di un presunto "attentato" on line contro il G8. Secondo gli investigatori, l'attacco degli "hackers" sarebbe partito anche da alcuni computer della scuola Diaz l'obiettivo era quello di mandare in tilt il sistemadei servizi in rete collegati al vertice, subissando di messaggi gli indirizzi telematici. Subito lanciata di Indymedia, il network di informazione indipendente che sta monopolizzando l'interesse anche dei magistrati, la notizia e' stata confermata dagli attivisti di netstrike con un ultimo messaggio inviato sul oprtale "Oggi, sull'onda lunga delle giornate di Genova con la loro carica di repressione e morte perpetrata dalle cosiddette forze dell'ordine, il sito netstrike.it viene rimosso dalla rete". (m.cal.)

Il Secolo XIX 11/08/01

Sequestrato sito "no global" - Per la procura di Genova "Netstike" avrebbe compiuto atti di pirateria informatica

Le modalita' per esprimere dissenso in rete utilizzate dagli hacker sono simili a una manifestazione di piazza che blocca il traffico per molte ore Genova. L'accusa è hackeraggio. Pirateria informatica. Gli uomini della polizia postale si sono presentati ieri pomeriggio nella sede di Bologna da dove le macchine diffondono, su internet, il sito www.netstìike.it. Stringevano tra le mani un provvedimeiíto di sequestro della procura della Repubblica di Genova, firmato dal sostituto procuratore Francesca Nanni. Netstrike è sotto inchiesta. Tentativi, spiega il magistrato, di attacco informatico al sito ufficiale del G8. Netstrike era finito da tempo nel mirino della magistratura e della polizia. Già nelle settimane precedenti, le difese del sito erano state messe alle corde da tentativi di intrusione di ogni genere. La polizia ha ripercorso le vie informatiche per giungere in prima battuta a Dada. E'uno deipaggiori provider italiani che pero era solo il terminale che aveva raccolto l'iscrizione di Netstrike. Arrivare alla sede bolognese del sito è stato il passo immediatamente successivo. Ed è solo il primo passo, spiega ancora Francesca Nanni, di un'indagine complessa e tentacolare. E non esclude altri provvedimenti del genre nei prossimi giorni. Ma dopo neppure un giorno di black out NetstriKe si e gia riprodotto. Utilizzando macchinari differenti, presso un altro provider, in un altro Paese. Lontano dalla giurisdizione italiana. Netstrike è un sito che fa capo a "Isole nelle rete". E un' associazione che si batte per la difesa dei diritti digitali. E' attivo in Italia da diversi anni. ieri lo stop forzato, imposto dalla magistratura. «Ma è un provvedimento ingiustificato e iIlegittimo», lamentano i soci di isole nelle rete. Come opera Netstrike? Le modalità per esprimere dissenso sono molto simili a una manifestazione di piazza, che blocca il traffico per molte ore. Questa logica viene trasferita nel territorio del web. li "netstrike" consiste nel dare appuntamento a migliaia di persone sulla rete, in un'ora e in un giorno preciso, Poi, tutti insieme contemporaneamente, navigano verso un sito Internet che rappresenti l'obiettivo della loro contestazione. A questo punto il sito stesso si sovraccarica di visitatori. Non è più in grado di gestirne l'afflusso contemporaneo va in tilt. «Lo si blocca come si blocca una strada precisano i militanti informatici di Isole nella rete - ma non si rompe nulla. Oscurare Netstrike è quindi come impedire un corteo di manifestanti». Però l'inchiesta, precisa il magistrato, è appena all'ínizio. Nei documenti della procura appaiono, infatti, numerosi altri indirizzi internet sotto osservazione. Un appunto sul tavolo del procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino chiede accertamenti urgenti su www.ainfos.ca. Dove compare una e-mail di tre pagine, firmata da "Anonymous" racconta i due giorni di violenze e devastazioni a Genova viste dall'occhio di un black bioc. Altri siti che compaiono nei documenti dei magistrati? Ci sono www.csi.frlabo e www.tmcrew.org/chiapas/seattle/black-bloc.htm, descrivono, spiega il giudice Roberto Settembre, "i tipi di distruzioni operate, la tattica di guerriglia urbana usata, il concetto di violenza contro la proprietà e l'uso potenziale dell'intero arredo urbano". Ancora, www.tmcrew.org/csa/138/spaccall-l.htm, intitolato "Spacca tutto per bene". dove si spiega come «con il distruggere la proprietà privata noi ne convertiamo il suo limitato valore e lo espandiamo». Ma l'inchiesta della polizia postale mira anche a un altro obiettivo. I malfunzionamenti della rete telematica, nei giorni del vertice, in tutta l'area cittadina. Sono centinaia le testiminianze di disturbi, difficoltà di connessione, impossibilità di accedere ai server o di inviare e-mail nei giorni del vertice dei Grandi. Disservizi voluti da chi voleva impedire che internet divenisse mezzo di comunicazione tra i gruppi della contestazione? Oppure un attacco mirato alla struttura stessa della rete, per protestare contro una sempre più evidente commercializzazione? m. mm




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