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Massacro alla scuola Diaz



Dopo la tragedia di venerdi', non me la sentivo piu' di
 scrivere su questo bollettino, ma dopo quello che e' successo
 questa notte sento il bisogno di dire qualcosa. Decine di
 testimonianze dirette ci hanno descritto nei minimi
 particolari il massacro a sangue freddo compiuto dalle forze
 dell'ordine nella notte tra il 21 e il 22 luglio. La polizia
 ha fatto irruzione nella scuola Diaz, e la motivazione
 ufficiale di questo attacco sembra essere una perquisizione
 alla ricerca di "tute nere". Le macchie di sangue lasciate sui
 pavimenti e sulle pareti della scuola, descitte da chi ha
 potuto accdere ai locali dopo la "spedizione punitiva"
 testimoniano che questa ricerca si e'spinta ben oltre. Tra le
 decine di feriti ci sarebbe persino un giornalista che aveva
 trovato alloggio nella scuola, al quale sarebbero state
 fratturate entrambe le braccia. Nel frattempo ci arrivano
 notizie di trasmissioni televisive con filmati di sedicenti
 "black block" che conversano tranquillamente con le forze
 dell'ordine, e per il momento non c'e' ancora una spiegazione
 ufficiale per queste immagini. Alle violenze di questa notte
 si sommano quelle compiute dalla polizia durante il corteo di
 ieri, spezzato in vari tronconi dai fittissimi lanci di
 lacrimogeni, con uno spezzone iniziale che e' passato piu' o
 meno indenne attraverso il percorso del corteo, e uno o due
 gruppi di coda piu' sfilacciati in cui si e' scatenata una
 vera e propria caccia all'uomo. Alcuni manifestanti pacifici,
 totalmente estranei al blocco nero, raccontano di essersi
 rifugiati in un androne di un palazzo durante i momenti di
 maggiore confusione. Questo gruppo di circa quindici persone,
 tra cui una donna di circa cinquant'anni,  dopo essere stato
 individuato dai poliziotti (eccoli, sono qui!) e dopo aver
 gridato "non siamo noi, non siamo noi!" sarebbe stato caricato
 con i manganelli senza nessun riguardo, riportando diversi
 feriti. 

A tutto questo va aggiunta la nuova ondata di devastazione
 scatenata anche ieri dal "blocco nero", che ha trasformato le
 vie del corteo in uno scenario di guerriglia urbana, con
 macchine incendiate e negozi distrutti.