Parlando della situazione venezuelana [Da un'intervista con La Rosa Negra – contro-informazione dal Messico, gennaio 2006] Sappiamo che combattete su tre fronti: a) contro i gruppi chavisti di pseudo-sinistra al potere; b) contro l'opposizione anti-Chavez diretta dai social-democratici e dalla destra; c) contro i gruppi o i partiti della sinistra tradizionale. E' possibile che ci sia un ghetto imposto dallo stato nel vostro paese - la destra, i suoi alleati social-democratici e la sinistra tradizionale – o è necessaria una ritirata? Qualunque sia la situazione socio-politica in un dato paese, quelli che esercitano il potere o vogliono esercitarlo cercano di tenere a freno ogni sintomo di consistente lotta libertaria costruendo dei "ghetti" di repressioni, dichiarati o nascosti, in cui confinarlo. E' naturale per il militante anarchico affrontare le intenzioni dei poteri in essere; è un compito che dobbiamo sostenere senza fallire, e soprattutto senza rassegnarci alla condizione apparentemente inevitabile di essere esclusi. In nessun modo la CRA si ritira o si nasconde nel proprio guscio aspettando tempi migliori, e chiunque abbia contatti diretti con le nostre attività o semplicemente legga El Libertario con dovuta attenzione e frequenza, troverà prove sufficienti: non siamo un gruppo che sta a guardarsi l'ombelico. Abbiamo l'impressione che il trionfo dell'astensionismo nelle ultime elezioni (4/12/05) e il ritiro dei gruppi di lotta civile verso la "non partecipazione" sia un terreno fertile per l'imposizione forzata delle iniziative dello stato (chavista). Questa percezione è vera? Chiariamo che secondo le stesse statistiche del governo sull'astensione, intesa come non partecipazione ad un processo elettorale di settori della popolazione che avrebbero potuto votare regolarmente in virtù di essere cittadini venezuelani ed avendo l'età per votare, essa è stata la norma in tutte le elezioni di questo paese a partire dal 1989, persino durante il referendum di conferma presidenziale del 2004, quando le bande dell'opposizione politica e il governo demagogo hanno fatto uno sforzo supremo per portare le masse incredule alle urne. E' un errore classificare come gruppi di lotta civile certi prestanome dell'opposizione che oggi scommettono sull'astensione, non sono in alcun modo rappresentativi dalle vere forze sociali in Venezuela. Come per il resto, non c'è dubbio che il regime di Chavez cerchi di imporre meccanismi di controllo statale ovunque, ma essendo un governo così corrotto ed inefficiente, accecato dal pensiero di star costruendo un solido sostegno popolare trasformando parte dei più poveri in clienti con il sussidio di disoccupazione statale, costerà molto fare qualche progresso in quella chimera contraddittoria che il governo chiama il "Socialismo del XXI Secolo", il quale non è altro che un capitalismo sottosviluppato del XIX Secolo. Allo stesso modo, pensiamo che la lotta degli anarchici venezuelani sia intrappolata in un mare di propaganda apparentemente anti-imperialista, promossa da quello che qui alla LRN chiamiamo l'asse Kirchner-Chavez-Morales-Castro. E' vero? E se lo è, la resistenza degli anarchici venezuelani dovrà raddoppiare i suoi sforzi? Possiamo capire perché esista questa percezione. Chiunque abbia seguito le nostre azioni e il nostro pensiero troverà che non siamo stati ingannati dal fallace "o con Chavez o con Bush", poiché abbiamo chiaramente mostrato delle prove per smentire questa farsa. Non è stato facile sostenere questa posizione, in quanto colpisce gli schemi semplicistici che hanno guidato la sinistra latino-americana da fallimento a fallimento per oltre 80 anni, e il moltiplicare gli sforzi per mantenere la nostra posizione è stato all'ordine del giorno, ma la nostra perseveranza inizia a produrre risultati, senza dubbio modesti, ma colmi di speranza che cade entro la rinnovata attività e la presenza dell'anarchismo in America Latina. E' ancora un'espressione politica minoritaria, ma ha fatto progressi tra il decennio dei '90 ed oggi, che sono, parlando quantitativamente e qualitativamente, molto importanti, se comparati con quel che è accaduto durante i cinque o sei decenni precedenti. La sfida è trasformare la modesta rinascita nell'abilità di influire significativamente sul processo per quel cambiamento sociale positivo fortemente necessario nel nostro continente. L'asse Kirchner-Chavez-Morales-Castro ha rivelato molte facce; si presenta come un trionfo della democrazia parlamentare e, per converso, come lo standard della lotta contro l'impero, come mediatore dei movimenti sociali popolari e, di conseguenza, come il catalizzatore per la resistenza civile. Quale muro difensivo hanno gli anarchici venezuelani? Ci state chiedendo della nostra principale proposta attuale di azione. Citiamo un paragrafo dall'editoriale di El Libertario #44: "Noi non siamo, né vogliamo essere, competitori per il controllo del potere istituzionale: siamo anarchici e aspiriamo alla scomparsa del potere statale e di ogni struttura gerarchica oppressiva. Questa non è solo una professione di fede; le nostre azioni qui ed ora significano l'assunzione dell'impegno a promuovere e a rafforzare l'autonomia di ogni movimento sociale compatibile con l'ideale. Inoltre, non siamo interessati a costruire 'movimenti sociali anarchici' che si dimostrerebbero tanto inutili al progresso civile quanto i circoli bolivariani o quei partiti d'opposizione travestiti da ONG. Noi scommettiamo sui movimenti sociali che costruiscono le dinamiche per l'azione e l'organizzazione indipendente, in base alla più vasta partecipazione, a tutti i livelli, che permetterebbe la formazione di differenti modalità d'azione diretta ed auto-gestione fuori dal controllo dello stato o da ogni altro esempio di oppressione. E' l'unico modo per consolidare gli spazi di libertà, uguaglianza e solidarietà che saranno il seme e il sostegno del futuro per cui lottiamo. La nostra posizione può essere sintetizzata in queste parole di John Holloway: cambiare il mondo senza prendere il potere. Da questi punto di vista, la CRA / El Libertario pensa ad uno sforzo più ampio per diffondere le idee anarchiche che promuove? Considerando la storia del Venezuela, questo compito educativo è una priorità, perché abbiamo un ambiente dove l'ignoranza degli ideali libertari era quasi assoluta. Dopo 10 anni di attività possiamo presentare alcuni successi in quest'area, ma sono appena all'inizio e c'è ancora molto da fare, quindi la diffusione del pensiero anarchico è ancora un problema costante per quelli di noi in questo collettivo, ed invitiamo tutti a conoscere il nostro lavoro, a mettersi in contatto con noi, personalmente o via email, visitando i nostri gruppi locali in cui teniamo le nostre attività – come il Centro de Estudios Sociales Libertarios di Caracas, www.centrosocial.contrapoder.org.ve, e ad informarsi sul CRA ed El Libertario. Note del traduttore: [1] CRA = Comisión de Relaciones Anarquistas . [2] Komintern: Terza Internazionale Comunista. [3] Unete = Unión Nacional de Trabajadores de Venezuela (Sindacato Nazionale dei Lavoratori Venezuelani) [4]Nella dottrina maoista, i borghesi comprador sono borghesi non capitalisti che devono la loro esistenza ai capitalisti ma che non fungono da classe capitalista.