/Giap/ nuova serie n.1 - Genova e oltre: dal tempo del racconto al tempo del progetto - 26 luglio 2001 2 di 2 - prosegue dal messaggio precedente ------------------------------------------------------------ 6. "MA CHI CAZZO H 'STO FRANK HENAUSEN CHE NOMINATE SEMPRE?" di Wu Ming 5 Mi chiamo Riccardo Pedrini, Wu Ming Wu. Faccio parte del collettivo di autori noto come Wu Ming. Ero a Genova il 21 luglio dell'anno del signore 2001. I compagni con i quali lavoro hanno scritto un libro, *Q*. Il libro h stato molto letto e apprezzato. Tra le le altre cose, racconta della rivolta dei contadini nella Germania del XVI secolo. Genova h stata la nostra Frankenhausen, ha detto qualche compagno. Mentre scalavo la collina con gli sbirri alle spalle, ho pensato che quei compagni avessero ragione. Ho trentasei anni. Come molti di quelli che hanno fatto le mie scelte, ho vissuto sulla mia pelle, e molte volte, la violenza e la brutalit` di polizia e carabinieri. Non mi sono mai fatto illusioni sulla natura delle strutture repressive dello sporco comitato d'affari che chiamano stato. In un certo modo, questo rientrava nella logica delle cose. Fai politica, ti esponi. Puoi aspettarti che non tutto fili sempre liscio. Migliaia, decine di migliaia di persone credevano di poter esercitare il diritto al dissenso. Non avevano fatto alcuna scelta radicale: non erano militanti, se non in senso molto lato: "militia est vita hominis super terram", dice il libro di Giobbe. Credevano di poter dissentire e passarla liscia. Si sbagliavano. Non black blocsters. Non autonomi. Non tute bianche. Il popolo. La moltitudine. Sono stati assaliti con ferocia. Sono stati assaliti con metodo. Sono stati assaliti con ripugnante efficienza. Il giorno prima, un carabiniere ausiliario, et` vent'anni, si era fatto latore di un messaggio diretto a ogni uomo e ogni donna in quella moltitudine. Il messaggio era giunto, puntuale. Tragico, non certo inaspettato. L'euforia politicista dei giorni, dei mesi precedenti il G8 lasciava il campo ai dubbi, all'angoscia. La repressione del resto h di per se stessa una strategia. Disarticolare, rompere i vincoli di solidariet`, gettare nella sconforto, nella disperazione. Non ci sono riusciti. La criminale arroganza dello stato e dei sui apparati repressivi h riuscita, semmai, in un compito che fino a qualche mese fa sembrava arduo. *Risvegliare le coscienze*, nientemeno. Genova agisce, per chi ha vissuto quelle giornate, come uno specchio deformante. L'analisi deve farsi largo tra le macerie, proprio come si h dovuto attraversare il fumo dei lacrimogeni, trarre ancora un altro respiro, i polmoni in fiamme, per non perdere i compagni, per non rimanere in mano alle bestie, per non lasciare nessuno in mano alle bestie. Il rischio, ora, h di perdere il contatto con la realt`. Di restringere la prospettiva fino a includere nel campo problematico solo quanto avviene qui, nella piy triste delle periferie dell'impero. Certo, la puzza di teoremi si avverte. La preoccupazione per l'integrit` fisica e per la libert` personale h legittima. Per salvaguardare equilibri sempre piy marci, sempre piy criminalmente avulsi dalla realt`, una generazione, ancora un'altra, potrebbe essere decimata da una repressione che, in prospettiva appare ancora piy dura di quella che i compagni, i fratelli e le sorelle di vent'anni fa dovettero fronteggiare e subire. La sorte non pare in tutto avversa. Di giorno in giorno prende forma, nella societ` civile, la coscienza che quello che h stato perpetrato a Genova h un attentato alle garanzie e ai diritti di tutti e di ognuno. La bocca del Leviatano h spalancata. Pronta a inghiottarci, proprio come fece con Giobbe, il primo a rendersi conto che esseri vivi, su questa terra, significa militare, da una parte o dall'altra. L'ambito di solidariet` che abbiamo saputo creare attorno al movimento, attorno alle nostre istanze, alle nostre proposte, alle nostre pratiche h il nostro scudo. Cir che pur trattenere la bestia dall'inghiottirci e la megamacchina dal macinarci. La verit`, da sola, non basta. La solidariet`: un patrimonio che non possiamo giocarci con una mano sbagliata. Quello che succeder` in Italia dipende, in ultima analisi, dalla nostra capacit` di capire e di prevedere le mosse dell'avversario. La responsabilit` h nostra, ed h grande. Noi siamo, oggi, la sinistra di questo paese. Ma il *movimento che distrugge lo stato di cose presente* h globale, come le scelte di morte dei grandi della terra. Il movimento h in marcia. Il trionfalismo h l'antidoto migliore contro la depressione: la soglia d'attenzione va elevata, la guardia alzata. La resistenza contro il neoliberismo e contro le politiche omicide di un capitalismo che si propone come paradigma ontologico h generalizzata. Questa h la vera forza del movimento. Il capitalismo che si appropria come merce del DNA degli esseri viventi sar` sconfitto. Non dalla vendetta divina, ma dalla forza morale delle moltitudini. Ogni pratica di resistenza h legittima, di fronte alla prospettiva della morte del pianeta. Dalla preghiera collettiva all'azione diretta. Lo spettro h ampio: tale deve restare. Non cadremo nel tranello di militarizzare la pratica, e nemmeno di criminalizzare chicchessia. La lucha sigue! ------------------------- 7. IL GIORNO DEL PROGETTO di Wu Ming 3 (25/07/2001) Convulsione, spasimo, singulto. Come tutto il resto in questi giorni, anche il pensiero assume questa sembianza. Nessun tentativo di imbrigliarlo in una goffa razionalit`. .solo lasciare libero il diaframma di abbandonarsi alle contrazioni. Poi seguir` il tempo -a breve- di sintesi piy rigorose. Ancora frastuono d'elicotteri dentro la pancia, sopra la testa, braccati, il fumo bianco dietro ogni incrocio, colonne d'umani in fuga, scavalcando colline, in seimila sopra scalette da percorrere uno alla volta, troppi amici dispersi, gruppi allo sbando, portare tutti a casa un miracolo. Venuti a Genova a mostrare la forza delle idee e la straordinaria energia del movimento globale. Annientati nelle piazze, sistematicamente, con preordinazione meticolosa ed efferata esecuzione. Centinaia di migliaia di persone ridotte all'impotenza e al terrore, sospensione forse irreversibile dello stato di diritto, squadroni della morte, informazione blindata, notti cilene. Se fossimo un esercito, di quelli veri, si tratterebbe di immagini e sensazioni da una disfatta, ignominiosa e definitiva. Eppure. Nell'imminenza della battaglia avevamo scritto: la settima chiave siete voi. La moltitudine. L'abbiamo evocata, suscitata inviato ad essa messaggi, parabole, esortazioni. Abbiamo messo il nostro sapere, modesto, e i nostri strumenti, poca cosa, nelle sue mani. E la moltitudine si h materializzata davanti ai nostri occhi disperati e felici. E la sua potenza si h dispiegata dinanzi al nostro terrore e all'impreparazione. La moltitudine ha portato ciascuno di noi a casa. Essa ha impedito la strage.Si h miracolosamente autorganizzata, mirabilmente ha tenuto il sangue freddo, ha condotto e distribuito il suo enorme ventre in mille chilometri d'intestino, che abbiamo percorso traendoci in salvo. Ha sparso su di noi il suo alito di invulnerabilit`. Ha blandito la nostra evocazione ed h accorsa in aiuto. E' da essa che ripartiamo. Non accetteremo di essere meno. La moltitudine ha disobbedito, fermando il massacro. Digerendolo. Abbiamo commesso errori, ingenuit`, non avevamo previsto la " guerra sucia", inadeguati alle reazioni che abbiamo scatenato, ma il nostro lavoro h stato premiato comunque. La disobbedienza civile umiliata nelle strade, le tute bianche aggredite e diffamate, i pacifisti pestati a sangue, i boys scouts e i comboniani offesi, le donne in nero o i Cobas e tutti gli altri calpestati , gassificati, oltraggiati, non sono piy deboli dopo essere stati sciolti di fatto dal blocco nero fascista. Sono, siamo, moltitudine. Questo cambia tutto. Dobbiamo nutrirla, informarla, curarla. Ne saremo curati, informati, nutriti. Il codice dell'Impero contro quello della Moltitudine. Ecco la prossima battaglia. Che tutti, noi per primi, comprendano il codice delle moltitudine. La ferocia d'annientamento mostrata dal nemico pur essergli ribaltata contro. Non tornando piy ad essere quelli di prima, non accettando piy quei panni stretti, ma contaminando, popolando,disseminando e dissolvendosi in essa, percorrendole sue reti come i sentieri di Ho Chi Minh. Nell'imminenza della battaglia avevamo scritto: gi` da domani h il giorno del progetto. Divenuti moltitudini il progetto non pur essere che: strutturare il suo codice; renderlo comune; declinarlo in ogni forma possibile; farne il volano essenziale della nuova modalit` della cooperazione sociale; di un nuovo orizzonte di senso; di altre relazioni tra gli umani. E' per questo che bisogna lavorare ora, timone a dritta, senza tentennamenti o nostalgia per cir che siamo stati. Solo cosl possiamo sottrarci alle trappole disseminate sul nostro cammino. La moltitudine penser` al resto. E se il piombo e il sangue sono i simboli che l'Impero erge sui suoi vessilli, per noi propongo i nostri corpi, il pane e l'acqua, che in fondo, non abbiamo bisogno d'altro. ---------------------------------------------------------- 8. LA "BENEMERITA": SEMPRE PIU' FORTE; "STATO NELLO STATO" Links utili a scoprire le radici (piantate dal centro-sinistra!) di un putsch *fujimoriano* interamente gestito dai "fratelli Acchiappa", quelli che arrestarono Garibaldi e Mazzini, quelli del "Piano Solo", quelli che fuori dalle barzellette fanno paura Perchi sulla "riforma" dell'Arma fece controinformazione quasi soltanto la P.S.? Dov'eravamo tutti/e? Dovremmo vergognarci. http://www.rifondazione.it/sicurezza/doc/co_arma.html http://www.uni.net/anfp/d'avanzo.htm http://www.parlamento.it/dsulivo/XIII%20legislatura/intervis/int001003_1.htm http://www.militari.org/legge_78_2000_riforma_carabinieri.htm ------------------------------------- 9. BRANDELLI DI UNA NARRAZIONE CORALE <> (WM4) *** [Quella che segue h una minuscola, parzialissima selezione delle testimonianze pervenuteci. Sarebbe impossibile riportarle tutte, grazie comunque a voi giapsters che eravate a Genova, continuate a scriverci le vostre esperienze, niente andr` perduto, N.d.W.M.] <> *** <> *** <<[] Oggi [25/07] per la prima volta mi sono collegato al vostro sito ed ho letto tra gli archivi della rivista on line la lettera di Q sul G8 datata 15/6/01. Ma davvero l'avete scritta un mese prima del G8? E' veramente inquietante. A parte il caso che ha voluto che non fosse il carabiniere a morire ma un manifestante, la strategia di Q ha funzionato ancora una volta. Infiltrarsi nel gruppo, aizzare i piy violenti per poi criminalizzare e massacrare tutti. Davvero non si pur uscire da questo cerchio (o Q)? Nello stesso testo h riportata una difesa dei Black bloc che presta il fianco alle accuse del governo sulle coperture ai violenti. E allora o i black bloc sono bravi ragazzi che raccolgono l'immondizia e i violenti sono solo gli infiltrati oppure vanno prese le distanze nettamente ( o vanno individuati gli infiltrati). Questa h solo la modesta opinione di un lettore dei vostri libri che non manifesta piy da 20 anni. Cordialmente Gabriele>> [N.d.R. Come si h visto sopra, sul Black Bloc abbiamo risposto. La lettera di Q non l'abbiamo scritta noi ma Fritz '75, lungimirante membro di Ya Basta! Bologna] ----------------------------------------------------------------------------- 10. PROPOSTA PER I TEMPI (DURI) CHE VERRANNO "Questa h per le signore. Voglio dire alle signore, e ricordarvi che non scherziamo, che la situazione h molto seria. Voi avete il potere di porre bruscamente fine a una quantit` di cose che succedeono, e quello noi lo chiamiamo il potere della fica. Il potere politico, diciamo noi, il potere rivoluzionario nasce dalle labbra di una fica. Mi rincresce per tutti i vittoriani che si sentiranno moralmente offesi, ma state buoni un momento e cascherete dalle nuvole. Calma, capito? Abbiamo detto che o fate parte della soluzione o fate parte del problema. Se fate parte della soluzione, perchi andare a letto con chi fa parte del problema? Tutto pur essere progressista, tutto pur essere rivoluzionario. E pur essere controrivoluzionario, pur essere reazionario o conservatore, se vai a letto con [Ronald Reagan] o [Max Rafferty]. Insisto. Guardate questi maschi che si dicono uomini e ditegli che devono diventare parte della soluzione o la piantino di telefonarvi. La smettano di scrivervi lettere d'amore e la smettano di venirvi a cercare a casa vostra Ditegli di schiarirsi le idee e poi di tornare. E potete farlo. Potete esercitare su di loro una pressione molto maggiore di quella che posso esercitare io coi miei discorsi. Potete tagliargli i viveri. E potete farli correre a destra e sinistra come tanti Lenin, Mao Tse Tung e Jerry Rubin. E se non ci credete, provate. Metteteli con le spalle al muro. E se non vogliono mettere la testa a posto, sono sicuro che l` fuori c'h un sacco di gente pronta a segnare il proprio numero di telefono sul quadro avvisi, e a correre in vostro aiuto nell'ora del bisogno. Grazie." Eldridge Cleaver, Discorso alla Stanford University, 1 ottobre 1968 ----------------------------------------------- PER RICEVERE /GIAP/ (O PER SMETTERE DI RICEVERLA): http://www.wumingfoundation.com/italiano/giap.htm *NON* spediteci via e-mail richieste di dis-iscrizione. Numeri arretrati: http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/numerigiap.html#ultimo ----------------------------------------------- /Giap/ e' la lettera circolare di Wu Ming. E' aperiodica, gratuita, diffusa a titolo volontario e non retribuito da Wu Ming Foundation, via Zamboni 59, 40126 Bologna, Italia. Non e' un organo di stampa, ma una lettera interna alla comunit` dei lettori dei nostri libri. Poichi in senso stretto non fornisce regolarmente informazioni bensl garantisce altro genere di servizio (il contatto diretto tra noi e i lettori), riteniamo non rientri nelle fattispecie della legge n.47 dell'8/2/1948 ("Legge sulla stampa") e della legge n.62 del 7/3/2001 ("Legge sull'editoria"). Qualora il Partito Nazionale Fascista e/o la Casa Reale fossero del parere opposto, possono contattarci scrivendo al mittente di questa mail.